La dimensione personale

“Essere il pesce fuor d’acqua, muoversi come un elefante in una cristalleria, essere l’ agnello tra i lupi, sentirsi un leone in gabbia o essere il can che dorme svegliato”
Nulla è più spaventoso del sentirsi sempre e comunque fuori luogo.
Una sensazione terribile di non appartenenza e disagio. Qualcosa da evitare, come Coca cola e Mentos.

Dopo ormai 7 anni mi sono drammaticamente resa conto che la mia dimensione non è quella della fidanzata. Non è quella della mogliettina amorevole.
La mia dimensione non è una città di provincia, tanto meno uno scarno paesino di mare.
Ho capito dopo 7 anni che il mio strumento non è il basso, che non amo le folli serate di sbronze e amori monouso.

Il primo passo verso la cura è la consapevolezza, mi hanno sempre detto. Bene.
Ho conosciuto chi ha provato ad uscire dalla dimensione che calzava stretta, in cui si trovava, ed il risultato è stato un ritorno spaventato al punto di partenza.

Tutto ha il suo tempo, non è giusto forzarsi prima del previsto.
C’è chi vuole vivere solo, ma ha paura di dormire solo in casa.
C’è chi vuole la libertà, ma si lascia condizionare da ogni piccolo fattore.
C’è chi vuole una famiglia ed il lavoro, ma fugge davanti alle responsabilità.
La soluzione è sempre la stessa, farsi piccoli e tornare correndo ai ripari, nel posto che più ci fa sentire al sicuro. A casa.
Quel luogo in cui non devi pensare per forza alle responsabilità, alle cose “dei grandi”, ma puoi rimanere semplicemente nella condizione di -nonesistere- in cui NON DEVI ragionare, ma basta respirare.

Maturare senza marcire direttamente è l’ impresa più difficile della vita, e non tutti riescono a portarla a termine.
Una mela che cade acerba dall’ albero, se non viene curata e consumata in tempo, diventerà direttamente avariata.
L’ andamento della vita ci insegna questo, e non si può cambiare se non si vuole.

Il cambiamento è qualcosa che deve partire da dentro, ma questo capita solo ed esclusivamente se fuori l’ ambiente lo permette… Piantalo tu un pesco in Islanda.
Con tutta la forza che può metterci nello sbocciare, il clima così duro lo stroncherà sul nascere.
Così capita a molte persone. E continuerà a capitare.
Chi ci circonda, ci forma, ci segna, ci cambia.
L’ odio verso il mondo che si condivide, non è quello che davvero muove le vite.
Separati da chi non è adatto a noi, tutto cambia, noi cambiamo. Sempre.

Alzarsi, strisciare fuori dalla calda e avvolgente palude di merda su cui vi siete totalmente immersi e lasciati coccolare, e ripulirsi al primo ruscello d’ acqua limpida disponibile.
Dormire sotto gli alberi al freddo, vagare alla ricerca di una vera meta.
Trovare uno scopo e perseverare. Questa è la soluzione, questo è il futuro.

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